FANTASYA

SULLE ALI DELLA FANTASIA

SEGNALAZIONE DI FEBBRAIO: LA CONGREGA BIANCA, DI FRANCESCA ANGELINELLI

E' con grandissimo piacere che ospito qui, sul mio blog, l'ultimo romanzo di Francesca Angelinelli, collega scrittrice nonché cara amica.
Sono così emozionata all'idea che finalmente la mia musa ispiratrice per eccellenza sia tornata a dedicarsi alla passione comune che ci ha fatte conoscere, ovvero la scrittura! Per anni l'ho seguita in tutte le sue imprese, dalle presentazioni, alle passeggiate pomeridiane in giro per librerie. Posso affermare con sicurezza che è anche grazie a lei, e alla sua smisurata voglia di fare sempre meglio, se oggi sono quel che sono, se ricerco continuamente la qualità non solo in me stessa ma anche negli altri. 
Di lei avevo parlato meglio alcuni anni fa, durante la rubrica "Le settimane esordienti". In quell'articolo troverete la sua biografia, le pubblicazioni e molte altre curiosità sul suo conto. Vi assicuro che è un'autrice da tenere d'occhio!

Oggi vi presento la sua ultima fatica, romanzo che so essere nei suoi progetti da diversi anni ma che ha visto la luce in Self Publishing solo di recente. Sto parlando de "La Congrega Bianca".

LA CONGREGA BIANCA - FRANCESCA ANGELINELLI
Self Publishing
Pagine: 463
Prezzo: € 2,99

"Seril è una giovane strega che ha appena perso i genitori. Un mistero aleggia intorno alla loro morte. E da quando è rimasta sola strane creature la inseguono invocando Samantha. Ma chi è Samantha? E cosa vogliono da lei quei mostri? Forse il seducente Armand può aiutarla a scoprire quale mistero aleggia intorno a lei e alla sua famiglia. O fa forse parte anche lui del complotto? Si deve forse fidare del suo rivale Etienne? Una lotta si combatte da decenni a causa di un tradimento e ora Seril è l'unica che può porre rimedio agli errori della sua antenata"

La Congrega Bianca è un romanzo appartenente al genere Fantastico che narra la storia d’amore tra un vampiro e una strega. Il tema principale della storia riguarda la scelta del protagonista, il vampiro Etienne, tra la vita e la morte, decisione che avviene in favore della vita grazie all’incontro con la giovane strega Seril.
Etienne è un vampiro particolare. Il tatuaggio che ha sul petto dimostra la sua appartenenza alla Congrega Bianca, un’assemblea di vampiri che grazie a un incantesimo non hanno perso la propria anima. La vita eterna tuttavia ha comunque un prezzo e la loro esistenza è resa difficile dalla continua lotta interiore con gli istinti tipici della loro razza.
Etienne appartiene a questo gruppo e tuttavia è un uomo in fuga. La particolarità dei vampiri della Congrega permette loro di muoversi liberamente tra gli umani e Etienne nei secoli ne ha approfittato per fuggire dai suoi stessi compagni che gli danno la caccia. Perché Etienne porta su di sé altri due marchi: quello del Gran Maestro, che lo designa erede del defunto fondatore della Congrega, e quello dei condannati. Egli infatti è stato ingiustamente accusato del brutale omicidio di Maria, l’umana con la quale, secoli prima, aveva intrapreso una relazione amorosa.
A uccidere la giovane, così come Alexander, il Gran Maestro e fondatore della Congrega, è stato in realtà Armand, mortale nemico di Etienne nella lotta per il potere, che ha idee differenti a quelle di Etienne e Alexander riguardo l’uso dei privilegi che il tatuaggio che portano conferisce ai membri della Congrega stessa.
Etienne deve quindi dimostrare la colpevolezza di Armand e con essa sua innocenza. Per farlo è indispensabile ritrovare un oggetto magico, una Anello, grazie al quale è possibile imporre a un vampiro il magico tatuaggio che lo libera da molti vincoli della sua razza. L’Anello, affidato da Alexander stesso alla famiglia di streghe Abendroth, legata a lui per discendenza di sangue, ha tuttavia già rischiato di finire nelle mani di Armand a causa del tradimento di una giovane strega di nome Samantha che si era innamorata di lui. Ora Samantha e L’Anello sono sepolti e magicamente intrappolati nel giardino di un’antica Villa appartenente alla famiglia Abendroth, tuttavia la ragazza cerca di ricongiungersi al suo amante tramite colei che era destinata ad essere la sua reincarnazione: Seril.
L’incontro con Seril, che Etienne teme per via della somiglianza della giovane con Samantha e per il senso di colpa che lo opprime dopo la morte dei genitori di lei con cui aveva stretto amicizia, si rivela quindi inevitabile per il vampiro e tuttavia sarà per entrambi fonte di salvezza

Per incuriosirvi un po' di più, vi lascio un breve estratto dal libro!

[...]“Sapone di Marsiglia”. Fu la prima cosa che avvertì, prima ancora di svegliarsi: l’odore del detersivo sulle lenzuola pulite. Poi percepì la morbidezza del tessuto sotto la guancia e mosse il capo per strofinare il viso contro la federa. Non udì alcun suono, se non quello del proprio respiro. Gli occhi si mossero rapidamente sotto le palpebre, ma lei cercò di non sollevarle. Per un po’ ebbe la meglio, poi fu costretta ad aprirli e a sbattere le ciglia. Restò immobile a guardare ciò che si trovava di fronte a lei: un comodino di legno chiaro, sopra cui c’era una lampada, più distante vide una vetrata che occupava l’intera parete. Non c’erano finestre e non c’era alcun balcone, solo vetri a specchio come quelli dei grattacieli. In quel momento realizzò di non essere nella sua stanza e ricordò di essere stata rapita durante lo scontro nel parco.
Provò a mettersi seduta, ma si accorse di avere i polsi legati tra loro. Seguì la linea delle braccia e sussultò nel vedersi bloccata alla sponda metallica di un letto. Si agitò per tentare di allentare i nodi, ma fu inutile. Guardò i piedi e il cuore cominciò a battere all’impazzata: anche quelli erano legati. Cercò in tutti i modi di muoversi, di cambiare posizione per potersi guardare attorno. Tirò le gambe più vicine al busto, fece forza sulle ginocchia e si sollevò più che poté, appoggiandosi al muro.
Si immobilizzò e trattenne il respiro. Sperò di essersi sbagliata, ma il tintinnio di cubetti di ghiaccio riecheggiò nel silenzio della stanza. Di fronte al letto c’erano un tavolo rotondo e una poltrona. Non poteva vedere l’uomo che vi era seduto perché la parte superiore del suo corpo era nascosta nel buio, ma vedeva chiaramente il suo piede ciondolante a mezz’aria, chiuso in un elegante mocassino nero, e la mano dalle dita lunghe e sottili, che sfiorava il vetro del bicchiere pieno a metà di un liquido rosso in cui il ghiaccio si stava sciogliendo.
Seril fu scossa da un tremito e si schiacciò contro la sponda del letto, spostandosi il più possibile in modo da far crescere, anche se di pochissimo, la distanza che la separava dal misterioso ospite. Chiunque fosse, e qualunque cosa fosse, era potente e pericoloso. La sua magia era forte e lei la sentiva scorrere come un fiume sotto la sua pelle. In confronto a lui non solo tutte le creature presenti nel parco, per quanto numerose, erano insetti insignificanti e la loro magia un ronzio sommesso, ma anche il formicolio intenso avvertito quando si trovava insieme ad Armand appariva una bazzecola. Non poteva impedirsi di avvertirla, ormai i suoi centri percettivi erano stati risvegliati e quella forza non faceva che renderli più vigili.
Deglutì a vuoto. Si accorse di avere la gola secca. Si passò la lingua sul labbro inferiore, ma fu inutile. Il respiro affannoso asciugava le labbra, però non riusciva in nessun modo a placarlo. Sudava. Sentiva la fronte imperlata di piccole gocce, mentre tutto il corpo era attraversato da brividi. Il petto le si alzava e abbassava in modo vistoso e il cuore aumentava i battiti. Provò di nuovo a muovere le mani per tentare di allentare la stretta delle corde ma fallì. Le sfuggì un singhiozzo. Si morsicò le labbra e sgranò gli occhi, sorpresa, quando si accorse che una lacrima stava scivolando lungo la guancia. Si accucciò ancora di più e fissò l’ombra seduta sulla poltrona con tutta la rabbia che aveva in corpo.
«Chi sei?» gridò. «Non startene lì nascosto! Fatti vedere dannato bastardo! Cosa vuoi farmi?»
L’uomo non rispose. Sollevò il bicchiere. La luce azzurra della notte, mista al riflesso di quelle dei palazzi, si infranse sul vetro per poi essere di nuovo inghiottita dal buio quando lui si portò il bicchiere alle labbra.
«Rispondimi!» urlò Seril più forte.
In quel momento una vibrazione fece oscillare l’aria nella stanza e lei si sentì mancare il respiro.
«È inutile che strilli» disse l’uomo in modo pacato. «Non ti sentirà nessuno. La stanza è insonorizzata da un incantesimo».
La sua voce era così profonda che sembrava provenire dal baratro dell’inferno e raggiunse le orecchie di Seril come se fosse seguita da un eco distante, che la fece rabbrividire.
La giovane strinse i pugni e digrignò i denti. Sfiorò con le dita la corda e tentò di slacciare il nodo con un incantesimo, ma quella si strinse ancora di più attorno ai suoi polsi, si costrinse a trattenere una smorfia di dolore.
«I nodi sono protetti dalla tua magia» commentò l’uomo. «Più cercherai di scioglierli con degli incantesimi, più la corda si stringerà».
Seril lo fissò con disprezzo, cercando però di intravedere meglio la sua figura. «Va’ all’inferno!» Lo sguardo le cadde sul fondo del letto, dove la sua pistola era stata appesa. «Quando mi libererò, ti pianterò un proiettile in mezzo al petto!»
Lui non si scompose. Si alzò con la lenta flessuosità di un felino e si spostò accanto alla finestra. Restò a guardare la città dall’alto, con il viso seminascosto nell’ombra, mentre nella stanza la tensione saliva come nebbia fitta.
La strega continuò ad agitarsi per cercare di sciogliere i nodi, senza però distogliere lo sguardo dal suo rapitore. Si dimenò come un’anguilla, scivolò distesa e si risollevò, mentre le corde non facevano che sfregare contro la sua pelle.
«Io resterei calmo, se fossi in te, Seril».
L’uomo scandì il suo nome con lentezza eccessiva, quasi ne stesse assaporando ogni suono. Sollevò il bicchiere, prese un altro sorso e piegò le labbra in una smorfia simile a un sorriso.
La giovane impallidì. Restò con gli occhi fissi sul canino che intravide nel buio e diede uno strattone alle corde con la speranza di potersi allontanare da quel letto.
«Sei un vampiro?» la domanda le sfuggì in un sussurro.
«Sì», La sua risposta, secca, appena mormorata, riecheggiò nell’aria per un tempo lunghissimo.
Seril non sapeva cosa fare, era intrappolata in una camera con un vampiro e la cosa la metteva parecchio a disagio. Si concentrò con la speranza di raggiungere telepaticamente Ottavio per avvertirlo del guaio in cui era finita, ma il suo pensiero rimbalzò sulle pareti delle stanza.
«Chiamare il tuo gatto non ti servirebbe comunque a molto» commentò il vampiro.
Si sentiva in trappola e la paura le impediva di ragionare con lucidità.
«Aiuto!»
L’urlo le uscì spontaneo. Era la cosa più stupida del mondo, ma in quel momento non seppe frenare la lingua. L’aria nella stanza vibrò e lei si morsicò il labbro inferiore, mentre ormai le lacrime le inondavano gli occhi.
«Lasciami andare!» Strattonò di nuovo la corda, ma poi si adagiò, rannicchiata con le ginocchia raccolte fino a toccare il mento. «Lasciami andare» mormorò ancora una volta. «Non sono Samantha».
Lo vide avvicinarsi e lasciare il bicchiere sul tavolo. Si ritrasse più che poté, fino a che la corda glielo permise. Il cuore le batteva a mille. Il suo sguardo era fisso sulla figura che usciva dall’ombra. Sgranò gli occhi e restò a bocca aperta, con il respiro intrappolato tra le labbra. Il vampiro era lo stesso che era stato a casa sua; non aveva dubbi, quel volto le era rimasto impresso nella mente. E ora che le era così vicino lo guardò con attenzione. Indossava giacca e pantaloni neri, un abbigliamento formale che ben si addiceva all’espressione severa del suo volto, però i primi due bottoni della camicia bianca slacciati e la cravatta nera e sottile, allentata e storta, davano un’aria meno rigida al suo aspetto, ammorbidendo la sua figura e dandogli una vaga aria trasandata.
Lui si sedette sul bordo del letto e Seril deglutì, mentre si sforzava di spostarsi più indietro. Sapeva che sarebbe stato saggio abbassare lo sguardo, evitare di incrociare ancora le sue iridi malinconiche, che avrebbero potuto gettare su di lei qualche incantesimo. Tuttavia non riuscì a smettere di osservarlo, come succede di fronte a una belva feroce, quando la paura e l’attrazione bloccano le gambe impedendo la fuga. E lui assomigliava davvero a un felino, immobile, ma pronto al balzo.[...]


A PROPOSITO DI... RECENSIONI!

Con questo post vorrei parlarvi di un argomento che sta diventando davvero ostico: le recensioni.
Chi scrive sa bene di cosa parlo. I commenti dei lettori sono ciò che un qualsiasi autore desidera. Negativi o positivi che siano, chi scrive vuole sapere cosa il suo lettore ne pensa del libro, che impressioni gli ha dato, cosa ha provato mentre lo leggeva e, soprattutto, se gli è piaciuto o meno. E, in quest'ultimo caso, perché e cosa non gli è piaciuto. 
Le recensioni per un autore devono essere uno sprone per andare avanti a scrivere e migliorare, correggendo magari i difetti che possono venire a galla tra i commenti.
Chi legge però spesso non lascia opinioni di alcun tipo, magari si limita a mettere le stelline su anobii o goodreads e basta. Oppure, se li lascia, o sono di poche righe o occupano interi articoli (vedi blogger). 
Fin qui tutto normale, se non fosse che, specie da quando il mercato Self su Amazon si è rinforzato con migliaia di autopubblicati, da qualche tempo è partita una vera e propria "caccia" alla recensione positiva. Sì, perché stare in classifica è già difficile di per sé ma con qualche "spintarella" diventa più semplice farsi notare. 
E' il caso dello "scambio/acquisto" di recensioni positive. Avete letto bene: esistono gruppi, pagine e siti web (li ho visti con i miei occhi) che VENDONO recensioni false (ovviamente positive), scambi di like e di conseguenza maggiore visibilità. Tu paghi e loro ti portano un tot di recensioni da cinque stelle sugli store. 
Altro caso, esatto opposto, è quello delle recensioni negative. Anche qui ci si ingegna in gruppi segreti dove gruppetti di lettori e autori (autrici spesso) si mettono d'accordo per inserire commenti negativi a una stella, con l'intento di affossare il/la "rivale" di turno. 
Un terzo caso invece è il seguente: io lettore/autore scrivo a te autore una recensione negativa. Tu autore non accetti questo vile atto di malvagità e invidia e, di nascosto, organizzi l'equivalente di una spedizione punitiva, solo che avviene sul web e su Amazon. Orde di lettori amici si catapultano sui social e sugli store e inseriscono recensioni negative, al fine di stroncare la tua opera, per mera vendetta.
E' possibile tutto ciò? Non dovrebbe. PURTROPPO lo è. 

E' uno scazzottamento continuo...

Un altro aspetto antipatico delle recensioni è che non tutti sanno scriverle. Questa è la definizione di "recensione":

Esame critico, in forma di articolo, di un'opera letteraria o scientifica di recente pubblicazione.

Il lettore puro (che quindi non è anche autore) non sempre sa come si scrive una recensione e quindi si limita a lasciare un commento, frutto della sua esperienza col libro e delle emozioni che lo stesso gli ha lasciato dentro. 
Il lettore che è anche scrittore, invece, sa (dovrebbe sapere) quali sono i punti cardine di un buon libro: la trama, lo stile, la struttura, il corretto uso delle parole. E numerosi altri aspetti secondari. Su questi dovrebbe basarsi per recensire un libro. Per ultimo deve venire il suo gusto personale, altrimenti non sarebbe un esame "critico" ma un parere personale.

Per quanto riguarda me, sono anni che scrivo recensioni, diciamo da quando ho cominciato a leggere i colleghi esordienti/emergenti. Chi mi segue e mi conosce sa che mi piace essere critica, dettagliata, obiettiva e imparziale. Cio' però porta a dover essere anche estremamente ONESTA, parola che spaventa sempre più. Sì, perché se un libro funziona lo elogio, se invece al contrario ritengo che, per forma e contenuto, non sia scritto bene LO DICO. 
Non ho problemi, non me ne sono mai fatti. Scorrete un po' il blog e il tag "recensione" se volete farvene un'idea.
Innanzitutto, il mio metro di misura non è il PARERE PERSONALE. Il gusto lo metto solo quando devo scegliere i libri da acquistare; nel momento in cui li leggo entrano in gioco i meccanismi interni al libro, ovvero com'è strutturato, se funziona, se mi lascia dentro emozioni. Questi sono i miei metri di misura. 
Negli anni ho recensito positivamente e negativamente molti libri. Solo in quattro casi è avvenuto su richiesta: due di questi testi sono risultati splendidi, peraltro scritti dalla stessa mano. Gli altri due invece hanno ricevuto un parere negativo, e in entrambi i casi mi sono guadagnata la stizza dell'autore (più innumerevoli frecciatine su facebook). 
Non voglio entrare nel merito delle singole vicende, perché davvero mi spiace che queste persone siano convinte che la mia sia stata invidia (invidiosa di che?), ma voglio qui spiegarvi come avviene la valutazione e la classificazione dei libri (le stelline per intenderci) per quel che mi riguarda. Così magari ci penserete due volte prima di scrivermi e chiedere di recensire il vostro libro...
Come ho scritto qualche giorno fa anche sulla mia pagina facebook, prima di mandarmi qualcosa (di recente molti autori mi stanno contattando per avere miei pareri) dovete sapere che:

  1. PRETENDO LA MASSIMA COLLABORAZIONE E UMILTA'. Sono una persona sincera e se il vostro libro non mi piace lo dico senza problemi, e altrettanto senza problemi lo recensisco pubblicamente. Non venite a lagnarvi o a insultarmi in caso di parere negativo;
  2. SONO UNA LETTRICE MOLTO ESIGENTE. Apprezzo il talento e chi ce la mette tutta per migliorare, ma non chi si improvvisa e crede di essere già arrivato. Se siete in questa categoria evitate di mandarmi il vostro "capolavoro", non mi interessa. Sono intransigente con me stessa e i miei errori, figuriamoci con gli altri...
  3. SONO DISPONIBILE A DARVI CONSIGLI E AIUTO, previa certezza che siate umili e pronti a incassare critiche anche negative;
  4. LE MIE RECENSIONI NON SONO MAI SOGGETTIVE. Mi baso su aspetti tecnici e sui sentimenti che il libro mi lascia durante e dopo la lettura, non su chi l'ha scritto. 



CINQUE STELLE
Un romanzo da me valutato con il massimo dei voti è un testo che ritengo PERFETTO. 
Lo è in ogni sua parte: stile, struttura, trama, personaggi, corretto uso delle parole, emozioni che lascia dentro dopo la sua conclusione. Specialmente quest'ultima voce è quella che mi convince a dare voto pieno. Infatti ho trovato molti libri scritti bene ma che alla fine non mi hanno particolarmente emozionata. L'autore di Talento sa mettere se stesso in ciò che scrive, e chi legge lo nota. Ed è questa peculiarità che lo rende meritevole di ricevere il voto massimo possibile. Libri di questo genere ti entrano dentro, quando li finisci ti senti perso e dopo mesi o anni ancora li ricordi poiché hanno saputo imprimersi nel cuore.

QUATTRO STELLE
Vale lo stesso discorso fatto per le cinque stelle. Il romanzo deve essere corretto in ogni sua componente. Ma cosa mi porta a decurtare una stella? Il fatto che magari non mi ha trasmesso quei particolari sentimenti che ricerco in un buon libro, ovvero il coinvolgimento totale, l'empatia coi protagonisti, l'emozione viva durante gli accadimenti della storia narrata. Oppure qualche pecca nello stile o nella costruzione della trama. Piccolezze insomma, ma che non possono renderlo perfetto sotto il mio punto di vista. 
E' il voto che do con maggior frequenza ai libri belli che leggo.

TRE STELLE
I romanzi da tre stelle sono quelli che presentano più d'un difetto nella loro forma, o nello stile dell'autore o nel modo in cui sono scritti. Sono testi tutto sommato leggibili, ma che non appagano appieno i sensi di un lettore. 
Non è una valutazione negativa, intendiamoci. Ho letto parecchi libri a cui ho dato tre stelle, e tutti avevano in comune la leggibilità del testo e la mancanza di pathos. Diciamo che una stella la tolgo perché la storia non mi lascia particolari emozioni (sono quei libri che quando hai finito di leggerli te li dimentichi), e un'altra stella perché presenta qualche difetto. Rientrano in tale categoria: poca cura dello stile, evidenti ma non eccessivi (in numero) incongruenze o buchi nella storia, magari un POV un po' ballerino. Pecche che comunque non alterano e non disturbano la lettura ma che si notano.

DUE STELLE
Due stelle vanno a quei romanzi che presentano difetti piuttosto gravi ed evidenti ma hanno almeno un paio di lati positivi, come una buona trama o una gestione corretta dell'italiano. 
Stile, struttura, gestione del POV, grammatica. I difetti riguardano quasi sempre la maggior parte di questi aspetti della scrittura. Oppure solo alcuni ma in maniera piuttosto grave.
Altre volte invece mi è capitato di leggere romanzi scritti tutto sommato bene ma dalle trame sciatte, noiose, ripetitive. Non sopporto infatti le copie delle copie, la mancanza di originalità, il voler a tutti i costi seguire le mode senza mettere nei propri testi qualcosa di personale. Questa superficialità, che denota semplicemente che il testo è stato scritto sull'onda del momento, è gravissima a mio parere. Lo sento mentre leggo se un autore non ci ha messo il proprio impegno e Passione. E in automatico decurto la maggior parte delle stelle.

UNA STELLA
Forse non c'è bisogno di spiegare a questo punto i perché di una mia valutazione così bassa. 
Nel peggiore dei casi, il libro è veramente pessimo, al limite dell'illeggibile. 
Nel migliore, ha qualche piccola caratteristica positiva (che non manco di sottolineare) ma per il resto non va.
Il passo tra una stella e due stelle di valutazione è veramente minimo. Per dare due stelle ci deve essere comunque qualcosa di positivo nel libro, per darne una non necessariamente. E' il voto più basso quindi lo considero come tale.

Sono d'accordo sul fatto che molto lo fa il gusto personale. Ad esempio, in questi giorni sto leggendo un romanzo che è scritto sotto forma di diario. Molte recensioni che ho letto sostengono che questo tipo di strutturazione del testo sia una cosa negativa. Io invece trovo che sia molto originale, e gestito al meglio. Qui subentra il gusto oltre che la tecnica.
Ma non mi si può far passare un romanzo pieno di refusi, di ORRORI grammaticali e di incongruenze come un capolavoro! Oppure l'ennesima scopiazzatura di tuailaigt o simili per libri splendidi e originali! Qui non c'entra più il gusto ma la poca attenzione del lettore! La sua poca voglia di cercare la novità, legato com'è ai dettami della moda, sta portando la narrativa italiana a un lento ed inesorabile declino. 
E così i bravi autori annegano nell'alta marea, creata dai pessimi libri.