FANTASYA

SULLE ALI DELLA FANTASIA

IL TALENTO, QUELLO VERO, ESISTE!

In uno degli ultimi post vi avevo velocemente parlato del romanzo "Nuova Terra - Gli occhi dell'erede", scritto dalla penna esordiente di Dilhani Heemba, e del fatto che si trattasse di un libro autopubblicato. Leggendo le recensioni su Anobii e i commenti pubblicati sulla pagina ufficiale di facebook, mi ero creata delle aspettative molto alte, e per tutto il corso della lettura sono stata attanagliata dal terrore che venissero prontamente deluse, così come successo per gli ultimi due romanzi letti. 
Ho concluso la lettura alcuni giorni fa. Ciò che mi ha lasciato dentro questo libro è qualcosa di indescrivibile, come raramente mi è capitato in passato. 
Questa è la mia recensione.

"La Terra come la conosciamo è cambiata, è cambiato il suo aspetto e la sua popolazione: a Nuova Eyropa, oltre alla razza Umana, vivono la Razza dei Lupi Grigi e la Razza delle Tigri Bianche, uomini in grado di trasformarsi nei rispettivi animali e in conflitto tra loro da più di cento anni.
Shayl'n Til Lech, cresciuta come un'Umana in un orfanotrofio, impara a conoscere la povertà, a combattere con i pugnali e a odiare e temere i Lupi, le Tigri e la loro guerra. Gli occhi di Shayl'n hanno una strana colorazione, che lei crederà sia solo un brutto scherzo del destino, fino a quando non verrà rapita da un gruppo di Tigri Bianche. Con loro dovrà affrontare la sua natura di Mezzosangue, la sua eredità nascosta per anni, il potere del suo sangue e della sua mente, la disperazione della morte, le ragioni della guerra e le mille sfaccettature dell'amore.
Attraverso territori ammantati di neve, deserti sabbiosi, città vecchie e nuove, dovrà lottare per se stessa e per le persone che ama con ogni mezzo: pugnali, pistole, artigli, seduzione e sentimenti."

Queste sono la copertina e la trama. Una trama che scritta così vale già l'intero libro.
Il romanzo è scritto in prima persona; è Shayl'n che ci racconta la sua storia: attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri veniamo catapultati in un tempo non meglio definito, alcune centinaia di anni dopo il 2012 e il terribile Terremoto che aveva dato il via a una lunga serie di sconvolgimenti climatici e geografici. Da lei apprendiamo velocemente la situazione politica e geologica del pianeta. In seguito infatti ai vari cataclismi, i continenti non sono più quelli che noi tutti conosciamo, sono cambiati i punti di riferimento, i nomi e le posizioni delle antiche città. E' cambiato il clima e sono cambiate anche le persone. Troviamo infatti nuove razze: quella Umana, l'originale sopravvissuta ai cambiamenti, quella delle Tigri Bianche e quella dei Lupi Grigi. 
Queste due sono state create dall'uomo appositamente per essere più resistenti e sopravvivere a lungo. Mischiando il DNA umano con quelle dei lupi e delle maestose tigri bianche, la mente perversa dell'uomo ha creato due esseri mutaforma, sia Umani che animali, resistenti e agili, capaci di assumere le sembianze dei rispettivi animali da cui prendono il nome. Ma nel crearli l'uomo non aveva considerato un piccolo particolare: la loro diversità genererà presto diffidenza, odio e infine una guerra, che si protrarrà a lungo nelle terre di Nuova Eyropa (quella che una volta veniva chiamata solo Europa).
Shayl'n vive lontano dai territori di queste due razze: cresce in un orfanotrofio al limitare della città di Roma, dove conosce solo la povertà e la libertà del suo essere prima bambina e poi ragazza. Solo il colore dei suoi occhi le rammenta ogni giorno che c'è qualcosa di diverso in lei: infatti, a differenza di tutti gli Umani che hanno gli occhi scuri, i suoi sono verdi con un cerchio nero intorno all'iride. Un bello scherzo della natura, pensa spesso, desiderando con tutta se stessa di averli come gli altri. 
Quando, durante una tranquilla gita a Roma, viene rapita assieme ad altri bambini da un gruppo di Tigri Bianche, la sua vita cambia radicalmente. Contro la sua volontà, e ricattata in continuazione, viene condotta nelle gelide e innevate terre del nord, nei territori delle Tigri, dove scopre con grande amarezza la realtà della sua natura e il perché di quegli occhi così particolari. Lotterà davvero, come scritto nella quarta di copertina, con i pugnali, con gli artigli e aggiungerei anche coi denti per non perdere se stessa e quei bambini a lei tanto cari, per rimanere integra nel fisico e per non farsi coinvolgere in una guerra che non ha mai desiderato.
Durante la battaglia per la sua sopravvivenza nascerà anche l'amore, e allora si renderà conto che l'unica cosa per cui vale la pena lottare è quel fragile sentimento. 

Da quando io stessa ho esordito nel mondo dell'editoria ho letto molti libri di esordienti italiani, tutti pubblicati da varie piccole CE e quindi con un supporto di editing, correzione, pubblicità alle spalle. Alcuni di essi li ho apprezzati molto, altri meno, ma tutti comunque mi hanno fatto capire che ci sono dei veri e propri talenti nascosti, sommersi dalla marea di schifezze che le nostre care medie e grandi CE continuano a pubblicare. 
Ma mai, e dico MAI, avevo letto un libro simile! Suppongo che dietro ci sia un lavoro di editing e correzione mica male (qualcosa trapela nella pagina dei ringraziamenti), ma il TALENTO, quello vero, quello da scrivere tutto maiuscolo e con il grassetto, quello si nota da ogni singola parola, riga, paragrafo e capitolo. Dall'intero libro! Dilhani sa scrivere, lo fa bene e con passione. Non lascia mai nulla al caso, ogni frase è voluta, anche se a volte si tende a pensare il contrario. Beh, certo non mancano gli errori, ovvio, ma passano in ultimo piano quando si ha davanti una storia forte, piena di azione e mai prevedibile o piatta.
Dall'inizio, quando attraverso gli occhi della protagonista conosciamo la sua storia, fino alla fine è un continuo avvicendarsi di azione, di momenti piacevoli e di episodi talmente intricati da ritrovarsi spesso a chiedersi come Shayl'n ne sarebbe uscita. Ed è questa magnifica capacità descrittiva che tiene incollato il lettore attraverso le oltre 500 pagine che compongono il libro, che non lo annoia mai e, al contrario, lo fa fremere di curiosità.
Ambienti e personaggi sono così vivi da emergere letteralmente dalle pagine. Le ambientazioni non sono particolarmente minuziose ma l'autrice riesce comunque a dare quei tratti essenziali per farci capire dove ci troviamo: sentiamo il calore del sole quando Shay si trova a Roma, oppure percepiamo il gelido vento del nord e la neve sulla pelle durante le sanguinose battaglie contro i Lupi Grigi. E ancora, vediamo lo sfarzo dei palazzi in cui la nostra protagonista si ritrova a vivere quando scopre la sua vera natura. Tutto è ben visibile intorno a noi, come se ci trovassimo lì con lei.
I personaggi sono forse la caratteristica migliore di tutto il romanzo. Shay è talmente imperfetta da risultare reale e credibile, e quindi perfetta nell'insieme. Non è la classica eroina che prende sempre la decisione migliore, è una ragazza che di punto in bianco si ritrova in una terra a lei sconosciuta, con persone che ha sempre odiato, invischiata e usata per una guerra che lei non riconosce come propria. E si ritrova innamorata, come non avrebbe mai pensato potesse succedere. Per questo la maggior parte delle sue decisioni sono sbagliate e i suoi comportamenti eccessivi, esasperanti! Sfido chiunque a trovarsi in una situazione come la sua e a non fare scelte errate... Lei le fa, se ne pente, ne paga le conseguenze sulla sua pelle e cerca un modo per rimediare. Ma non sempre ci riesce.
Dahal è il co-protagonista, la Tigre Bianca che rapisce Shay e la prende sotto la sua tutela, il Capo Branco nonché figlio adottivo del Re delle Tigri Bianche. E' di lui che Shay s'innamora follemente. Il loro amore e il legame che si forma nel corso del libro è il perno intorno al quale i due si muovono, l'unico motivo per cui vanno avanti in una guerra che pare non voler trovare fine. Il PDV unico su Shay ci priva dell'introspezione di questo personaggio, che comunque appare vivo esattamente come la protagonista principale.
Interessanti e bel caratterizzati anche tutti gli altri personaggi che ruotano intorno ai due. In particolare ho amato molto le figure dei Re delle due razze, entrambi folli a tal punto da mandare avanti una guerra per il solo gusto di voler prevaricare sull'altra razza, ma allo stesso tempo muniti di una personale logica che quasi ti spiazza e ti fa credere che forse forse non hanno tutti i torti... Anche se ce li hanno eccome!
Lo stile è preciso e semplice, di ottimo impatto e di facile comprensione. La lettura scivola via veloce e piacevole e quando meno te ne accorgi sei già a metà libro. Quindi, anche se la mole del romanzo è notevole, non ci si deve spaventare, verrete risucchiati dalla storia e nemmeno vi accorgerete delle pagine che scorreranno sotto i vostri occhi. Anzi, quando sarete quasi alla fine il vostro più grande desiderio sarà quello di non finirlo mai.
Interessante è anche la scelta del PDV in prima persona. La protagonista non si limita solo a farci vedere ciò che accade attraverso i suoi occhi e le sue sensazioni, come spesso avviene nei romanzi di questo tipo, ma va oltre. Lei NARRA quello che le è accaduto, come se fosse lì accanto a noi a raccontarci una favola accaduta anni prima. Il che crea una certa intimità tra il lettore e la protagonista.
Ora voi direte: ma è tutto così perfetto? Nemmeno un lato negativo? In realtà ci sono alcuni dettagli che mi hanno convinta meno, ma per fortuna vengono nascosti dalle qualità alte di tutto il resto del romanzo. 
Innanzitutto, la scelta dell'autrice di chiamare il co-protagonista con entrambi i suoi nomi per tutta la prima metà del libro. Difatti il nostro amato Capo Branco si chiama Ahilan Dahaljer, il primo nome è quello conosciuto e usato da tutti mentre il secondo è quello più intimo. Troviamo così frasi in cui a distanza di una riga dall'altra i due nomi si alternano, a volte anche in maniera fastidiosa. All'inizio la cosa genera confusione nel lettore, in quanto non ha ancora familiarizzato del tutto con i nomi, ma poi, sentita anche la spiegazione della stessa autrice, si passa oltre e già dalla metà del romanzo ci si accorge che Shay chiama il suo amato col nome più intimo, ovvero Dahal.
Il secondo punto "negativo", anche se non è proprio una cosa così brutta, lo ritroviamo a metà romanzo, in un punto che non posso descrivere senza fare spoiler (cosa che non voglio assolutamente fare), diciamo nella parte "sabbiosa", l'autrice capirà... Credo ci si sia soffermati un po' troppo sull'introspezione e sulle attività svolte dalla protagonista in quel momento di stallo. Non in maniera fastidiosa, questo pezzo così tranquillo spezza in due il ritmo incalzante e veloce che troviamo invece all'inizio e alla fine. Probabilmente la cosa è voluta, ma ci tenevo a far presente il mio punto di vista in merito.

Che dire infine: un OTTIMO romanzo, che meriterebbe di essere conosciuto da più persone. Ottimo  stile, ottimi i personaggi, ottime le descrizioni e ottima l'idea generale della storia. Dilhani ha portato finalmente quel vento di novità che manca nell'editoria italiana. Sono molto felice di aver avuto la possibilità di leggere questo suo piccolo capolavoro. 
In attesa di ricevere il proseguo della storia, ho il piacere di ospitare nel mio blog l'autrice, alla quale ho posto qualche piccola domandina riguardante il libro.

Ciao Dilhani, benvenuta nel mio blog! E' la prima volta che mi capita di ospitare un autore e sono molto contenta che tu sia la prima, perché col tuo libro hai saputo donarmi splendide ore di lettura. Era da molto che non mi succedeva! E per questo ti sarò sempre riconoscente. 
Avrei mille domande da farti, ma mi limiterò a togliermi qualche piccola curiosità essenziale. Innanzitutto, da dove è nata l'idea per questa storia? 
L'idea di partenza è venuta fuori da un sogno nel quale c'era un'improbabile Shay, che veniva rapita da Roma, per ritrovarsi in una grotta e poi coinvolta in una guerra tra diverse Razze, guerra che nel sogno non c'è. Tutto ciò si è sposato a perfezione con un viaggio fatto nello Sri Lanka, che mi ha regalato altri dettagli - la guerra, l'orfanotrofio, i bambini soldato. Un documentario sul 2012 mi ha dato l'idea del dove, come e quando.

Un sogno dunque. Molto interessante! E quanto tempo hai impiegato per scriverlo?
Ci ho messo due mesi e mezzo, ma il sogno era di un anno prima e l'idea in realtà è maturata nel tempo. Poi mi sono messa a scrivere - perché, tanto per cambiare, era un momento particolarmente no - e non mi sono più fermata: era una droga! Quanto alle correzioni… lo correggo ancora oggi!

A differenza della maggior parte degli autori, che esordiscono con piccole, a volte piccolissime case editrici, tu hai scelto la "via", se così si può definire, dell'autopubblicazione. Come mai questa scelta?
Perché ho accumulato rifiuti e complimenti nello stesso tempo e anche dalle stesse persone che me lo rifiutavano. Ho visto che piaceva e ho pensato di farmi conoscere in questo modo. L'autopubblicazione, per me, non è un fine, è un mezzo, ma non so dove porterà.

Sì, sono d'accordo con te su questo punto. Molti considerano l'autopubblicazione un modo facile per finire sul mercato, e invece molte volte è il metodo migliore per farsi conoscere senza esporsi troppo e senza dover avere a che fare con editori truffaldini...
Tornando al libro, di quanti romanzi è composta la storia?
Due libri: il seguito è "Nuova Vita. La speranza dell'erede", un libro molto duro, che spero sia compreso per l'amore (nelle sue diverse forme) che volevo trasmettere. 

Wow, allora l'attesa per ricevere il proseguo cresce! Non vedo l'ora di sapere come andrà a finire!
Un'ultima curiosità: progetti futuri? 
Essere pubblicata, of course! E continuare a scrivere, se non per pubblicare, per me. Comunque sto scrivendo due romanzi, un fantasy e un urban fantasy, e sto meditando se rendere cartaceo un racconto ora scaricabile gratuitamente in pdf, "Le Figlie di Annake. Black Light".

Io penso che alla fine la cosa più importante sia scrivere per se stessi, perché è una passione prima di tutto. Quindi, non smettere mai! Io di certo  continuerò a seguire tutti i tuoi lavori. Ti terrò d'occhio ;-)
Grazie per avermi concesso questa mini intervista!

Maggiori info sul romanzo di Dilhani, sull'autrice stessa e su tutti gli altri progetti li potete trovare sul suo sito ufficiale.  



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