FANTASYA

SULLE ALI DELLA FANTASIA

CHIUSURA FESTE


Ci siamo, è giunto il Natale e tra poco entreremo in un nuovo anno. I giorni scivolano inesorabili davanti ai nostri occhi e quasi non ce ne rendiamo conto.
Per me questo è stato un anno duro, di riflessioni e di pensieri, che poi si sono trasformati in certezze per un futuro migliore. Ho sofferto molto ma alla fine sono riuscita a ricostruire i miei pezzi e andare avanti. 
In campo letterario è stato importantissimo: ho pubblicato in nuova edizione I Demoni di Mezzanotte, che mi stanno dando una discreta soddisfazione, ed è uscita in ebook la prima parte totalmente revisionata de I Quattro Re - I Sovrani della Luce. Due ottimi traguardi, seppur anch'essi sofferti.
Il 2015 sarà l'anno delle conferme; vedremo se i miei due romanzi continueranno a piacere, anche in previsione dell'uscita delle altre due parti de I Quattro Re più la versione completa cartacea, e se riuscirò a riprendere il lavoro di scrittura con maggior tranquillità. Parteciperò a Cartoomics a Milano e alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, oltre a svariate altre presentazioni ancora in via di definizione. L'impegno sarà massimo!

Il blog chiuderà alcuni giorni, giusto il tempo di festeggiare e riprendermi dalle abbuffate! Ma tornerò subito dopo Natale con due recensioni e nuovi articoli! 

Vi auguro con tutto il cuore di trascorrere delle serene feste, e che l'anno che inizia vi porti ciò che desiderate di più! E ai colleghi di penna lascio questa frase del Maestro Stephen King:

Avevo l'abitudine di dire agli intervistatori che scrivevo tutti i giorni eccetto Natale, il Quattro Luglio e il giorno del mio compleanno. La verità è che quando scrivo, scrivo tutti i giorni, fanatico o no. Ciò significa anche il giorno di Natale, il Quattro Luglio e il giorno del mio compleanno.






SCRIVERE E' UN DURO LAVORO

Scrivere, oltre ad essere arte, è un mestiere, e come ogni mestiere va imparato. Nessun idraulico, meccanico, ragioniere o avvocato nasce con tutte le competenze, queste devono essere studiate e acquisite con la pratica e l'esperienza. Lo stesso deve (dovrebbe) accadere nel mondo della scrittura.
Purtroppo assisto da anni al decadimento della letteratura, un po' per causa delle grandi CE, che com'è naturale puntano a vendere il più possibile tralasciando spesso la qualità e puntando al "commerciale", un po' a causa dell'avvento dell'autopubblicazione, che non offre un filtro a tutto ciò che viene inserito nei market (per assurdo anche la mia vicina di casa potrebbe inserire online la sua lista della spesa, spacciandola poi per il migliore best seller di tutti i tempi), e infine per smisurato ego e grande incompetenza di molti autori, che vogliono tutto e subito, senza passare dallo studio, dalla gavetta, da un editor che legga e valuti il loro lavoro prima di essere messo in vendita nel marasma di internet. 
Eppure basterebbe solo seguire dei punti precisi, che ogni Scrittore degno di questo nome conosce e applica. Quali sono? Eccone alcuni:
  • passione
  • dedizione
  • costanza
  • lettura, spaziando su generi diversi
  • studio delle regole fondamentali della nostra bellissima lingua
  • pratica costante
  • un pizzico di dote naturale
  • tantissima gavetta
  • infinita umiltà.
Nove punti, ognuno di essi fondamentale se si vuole provare a diventare davvero Scrittori.



1) PASSIONE

La maggior parte degli Scrittori, prima di diventare tali, si sono avvicinati al mondo della letteratura grazie ai libri. Uno Scrittore che si rispetti è prima di tutto un lettore, che sin da piccolo ha volato con la fantasia in mondi immaginari, cavalcando magici unicorni o lottando contro terribili draghi. La Passione nasce così, con un libro in mano e la mente persa in quelle pagine.
Ma ad un certo punto ad alcuni di essi è accaduto qualcosa di inaspettato: la fantasia ha smesso di saziarsi tra le righe di opere scritte da altri e ha cominciato a pretendere di viaggiare altrove, in luoghi personali e mai esplorati, alla ricerca di uno spazio proprio, dove dimorare. E magia! Ecco che di colpo mille altri mondi si sono aperti nella loro testa, infinite idee che nessuno ha mai messo per iscritto! Allora perché non farlo subito? Perché lasciare quei paesaggi e quelle vicende nella propria mente, quando si può fare in modo che ciò che la fantasia vede fluisca sulle pagine di un computer o di un quaderno, acquisendo consistenza pagina dopo pagina? 
Molti autori hanno cominciato a scrivere rispondendo proprio a queste domande. Ad alcuni è successo da piccoli, ad altri più avanti negli anni, ma tutti ne siamo stati catturati. La Passione è quel meraviglioso sentimento che ci spinge a metterci seduti ogni giorno davanti a un pc, chiudendo il resto del mondo fuori dalla porta di una stanza, a scrivere e scrivere, per ore e giorni e settimane e anni. 
Senza Passione uno Scrittore non è nulla, e non potrebbe mai avere Costanza, Dedizione e Umiltà, necessari per portare avanti il suo mestiere.

2) DEDIZIONE

E' la diretta conseguenza della Passione. Grazie ad essa siamo in grado di dedicare anima e corpo alla scrittura, a sopportare le ore di duro lavoro, il sacrificio, l'amarezza dei primi rifiuti e delle critiche negative. La Dedizione è fondamentale perché ci costringe a metterci sempre in gioco, a rischiare e a lottare, e, quindi, a migliorarci.

3) COSTANZA

Non tutti possiedono questa virtù. Io ad esempio ne sono alquanto carente, anche se faccio del mio meglio per sforzarmi. Un po' per mancanza di tempo, o per i vari impegni che spesso mi portano via attenzione, non riesco a mettermi lì ogni giorno a scrivere. Per questo ammiro moltissimo coloro che invece dedicano delle ore ogni giorno alla scrittura. 
La Costanza aiuta l'aspirante Scrittore a mantenersi in allenamento ed è fondamentale per diventare sciolti, fluidi e veloci nello scrivere. Unitamente allo Studio e alla Dedizione, lo scrivere ogni giorno aiuta a migliorare ogni aspetto tecnico e stilistico. Rappresenta il tassello fondamentale nella crescita di un autore. Sarà normale quindi leggere un'opera prima acerba e piena di piccoli o grandi errori di stile e poi, dopo qualche anno e diverse pubblicazioni, notare che quello stesso autore è migliorato, che i suoi testi sono diventati più maturi e corposi. 
Lo sapete che anche scrivere articoli sui propri blog è un allenamento utilissimo? Già, proprio così!

4) LETTURA

Si dice spesso che per scrivere bene bisogna leggere tanto. Purtroppo ciò non sempre accade. Siamo il Paese in cui si scrive più di quanto si legga, paradossale, non trovate? Eppure è così. Ciò significa che non tutti coloro che pubblicano leggono, il che è davvero un male. E se contiamo che non tutti gli scrittori esordienti leggono i propri colleghi beh, più che un male direi che è una tragedia! In poche parole, un autore che pubblica il suo primo libro spesso pretende di essere letto da tutti ma è il primo che non vuole leggere i colleghi, adducendo scuse più o meno fantasiose o persino preoccupanti, come ad esempio "Non leggo italiano perché la letteratura italiana fa schifo". E tu cosa sei, americano? Immaginate: se tutti la pensassimo così dove andremmo a finire?
Leggere non è solo svago. E' anche Studio. Leggere bene per un autore è comprendere un libro non solo per le sensazioni che esso ci lascia ma anche per come è stato scritto. La struttura, la costruzione dei personaggi, dei dialoghi, dello stile. Tutto ciò è per l'aspirante Scrittore Studio inconsapevole. E per questo è importante non solo leggere tanto ma anche variare i generi, ampliare i propri gusti e non fossilizzarsi solo su determinati autori o argomenti. 

5) STUDIO

Molti, anzi troppi sottovalutano questo punto. Io lo considero fondamentale così come la Dedizione. Non si può scrivere senza conoscere le regole della lingua italiana. Ortografia e Grammatica in primis. Quanti autori conoscono anche solo la differenza che intercorre tra questi termini? Pochi. In breve:
La grammatica è l'insieme delle regole che disciplinano l'uso di una lingua dal punto di vista della fonetica, della morfologia e della sintassiL'ortografia è la corretta rappresentazione scritta dei suoni e delle parole di una lingua.
Saper scrivere è ovviamente molto più di questo. Purtroppo la maggior parte degli autori pensa che, per scrivere un romanzo, basti metter giù le parole così come vengono alla mente. PURTROPPO molti fanno esattamente così, specialmente ora che tutti possono autopubblicarsi a costo zero. Scarsa conoscenza dell'ortografia, della corretta coniugazione dei verbi e dell'uso della punteggiatura sono gli errori che incontro più spesso. Dopodiché viene tutto il resto: struttura del testo inesistente, e di conseguenza troviamo una trama che non regge; cattiva impostazione dei dialoghi, e le interazioni tra i personaggi risultano finte, forzate; difficoltà nella caratterizzazione dei protagonisti, così si hanno nomi messi a caso senza personalità e spessore.
Chi è alle prime armi cade sempre in tutti questi errori. Tutti, nessuno escluso. Ma è proprio perché è così facile incappare nelle infinite trappole della nostra lingua che un aspirante Scrittore ha il preciso DOVERE di prendersi del tempo per Studiare e capire come si scrive un romanzo, o qualsiasi altra opera scritta. Ci sono migliaia di manuali che possono venire in nostro aiuto, che spiegano passo passo cosa significa scrivere e come si fa. Certo è che non basta solo leggere un buon manuale per diventare uno Scrittore, ma è sicuramente uno dei punti più importanti da seguire.
A tal proposito, alcuni giorni fa ho letto lo sfogo di un famoso Scrittore, nonché editor per Mondadori, in cui si lamentava del fatto che ci sono tanti manuali scritti da autori che non hanno alle spalle alcun processo formativo (un curriculum letterario), quindi esordienti, che al massimo hanno pubblicato qualche articolino per magazine online o racconti per concorsi e poco più, che pretendono di spiegare ad altri esordienti come si scrive e come ci si promuove. E' il metodo più facile per vendere certo, ma che beneficio ne può trarre un aspirante Scrittore? Nessuno. Il mio consiglio quindi prima di acquistare un qualsiasi manuale è quello di informarvi su chi lo ha scritto. Su Google potrete trovare una marea di informazioni utili: cosa e con chi ha pubblicato, che lavoro fa (se è editor oppure se collabora con Case Editrici ecc), da quanto è nel mondo dell'editoria e della letteratura, quali sono i suoi testi pubblicati e molto altro.
Certo, ciò non è il massimo della garanzia, ma almeno potete essere certi che a scrivere tali manuali sono stati Scrittori con competenze e non il primo autopubblicato di turno.

6) PRATICA

Lo Studio senza la Pratica è praticamente inutile, e se uniamo questo punto alla Costanza abbiamo i tre ingredienti più importanti da seguire. 
Scrivere possibilmente ogni giorno, o almeno più volte a settimana, sperimentare nuovi generi, argomenti e stili aiuta ad arricchire il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, e quindi a migliorare. Sarebbe buona norma non soffermarsi solo su un testo (a meno che, come la sottoscritta, proprio non abbiate tempo da dedicare ad altro) o su un genere letterario, ma variare, mischiare, rischiare. Così arrivano le idee, e solo così queste idee saranno diverse e uniche. Perché ci ritroviamo le librerie e gli store online pieni zeppi di romanzi monotematici? Argomenti triti e ritriti, girati e rigirati in mille modi ma sempre con le stesse basi? PERCHE' SI HA PAURA DI RISCHIARE! 
Non c'è nulla di male ad uscire dalla corrente tematica che va di moda al momento è gettarsi in cose nuove e diverse. Anzi! Seguendo le mode, oltre a risultare per la maggior parte dei casi banali e scontati, state tarpando le ali alla vostra immaginazione. Ok, farete sempre Pratica, che non guasta mai, ma starete anche gettando cemento su voi stessi e sulla vostra Dote Naturale. Apprezzo moltissimo quegli autori che sanno mettersi in gioco e che dimostrano di voler rischiare con argomenti nuovi. 
Apprezzo anche chi, pur legato alla corrente tematica di moda, non si lascia trasportare completamente da essa ma sa mettere nella sua opera quel pizzico di novità che dovrebbe contraddistinguere ogni romanzo. Quindi, quegli autori che vogliono osare e magari trasformare un argomento già abusato in qualcosa di particolare. 
Nulla vi vieta comunque di dedicarvi a un genere in particolare e, a parte, tenervi in allenamento con altri testi completamente diversi. Anzi, se ve lo potete permettere e non andate in pallone mischiando tutto, è una cosa ottima!

7) DOTE NATURALE

La più difficile tra le caratteristiche di uno Scrittore. Perché, seppur molti scrivano bene, sono pochi ad avere quello che io definisco il Talento. In tutti questi anni passati a leggere autori esordienti/emergenti, sono stati pochissimi i libri che mi hanno colpita davvero e che hanno rivelato di possedere tutte le caratteristiche per essere ottimi romanzi. 
Lo Scrittore non deve limitarsi solo a scrivere bene ma deve essere in grado di trasferire nelle sue parole buona parte di sé e della sua Passione. Il lettore deve percepire l'anima dello Scrittore con lo scorrere delle pagine, deve sentire il calore, le sensazioni, la rabbia, lo sconforto, la gioia. Tutti i sentimenti che lo hanno accompagnato durante il processo di scrittura. 

8) GAVETTA

La Gavetta non è da confondere con la Pratica, seppur siano legate tra loro.
Mentre la Pratica può essere fatta nell'intimità della propria camera, la Gavetta si fa nel mondo esterno. Si intende quindi il processo di crescita professionale di un autore che passa attraverso le sue pubblicazioni.
Che siano pubblicazioni vere e proprie, meglio se con editore (free), partecipazioni e conseguenti piazzamenti in concorsi letterari, collaborazioni con Case Editrici, magari come Comitato di Lettura o editor o altro, tutto ciò che permette all'autore di fare esperienza nel campo letterario è Gavetta.
Tale passaggio è fondamentale perché permette di farsi il proprio Curriculum Letterario, che ogni buona Casa Editrice valuta prima di decidere se accettare o meno un romanzo per la pubblicazione. Un buon Curriculum, come del resto avviene nel mondo del lavoro, permette all'autore di accrescere le proprie possibilità di essere notato e arrivare in alto. Certo, non serve a nulla aver pubblicato centomila libri se mancano gli altri 8 punti di questo elenco... o se si è passati attraverso CE a pagamento o di dubbia fama... 
Fino a qualche anno fa, pubblicare con piccole o medie Case Editrici era considerato un modo per fare Gavetta e un orgoglio per ogni autore. Significava essere stati scelti e apprezzati da qualcuno di competente per entrare nel mondo letterario a tutti gli effetti. Oggigiorno sono un po' perplessa dall'andamento generale: le piccole CE serie si contano su una mano e l'autopubblicazione è diventata la vera Gavetta. Ma un libro autopubblicato può considerarsi a tutti gli effetti una pubblicazione? Degna quindi di comparire nel Curriculum Letterario? 
Immaginate di dover presentare un vostro scritto a una grande CE per la valutazione. Vi chiederanno certamente di indicare le vostre precedenti esperienze e pubblicazioni, ma voi avete scritto solo romanzi che poi avete messo in vendita in ebook su Amazon (o altre piattaforme). Possono questi rientrare nel Curriculum? Onestamente sono perplessa su questo punto... Arrivando da esperienze di pubblicazioni vere e proprie, io personalmente direi di no. Possono concorrere per la Gavetta ma non per il Curriculum Lettario, ma magari mi sbaglio. I tempi del resto son cambiati, così come la concezione stessa di "pubblicazione". 

9) UMILTA'

Ho lasciato apposta per ultimo questo punto perché è quello che manca nel 90% dei casi. 
Definizione di umile:
Persona non orgogliosa di sé e dei propri meriti; privo di superbia; modesto; rispettoso;
Ora, alzino la mano coloro che, dopo aver letto un libro e aver scritto o dato un parere negativo allo stesso, non sono mai stati presi a male parole dall'autore. Uhm... non vedo mani alzate, come mai? Semplice: la maggior parte degli autori, specie quelli esordienti (quindi alla prima opera scritta e pubblicata), ha una stima di sé e del proprio libro superiore all'effettivo valore dello stesso. Sono certi che la loro opera meriti tutta l'attenzione del mondo e che sia per forza di cose scritta benissimo. Chi non la pensa come loro non capisce nulla, è invidioso, geloso e vari altri connotati meno simpatici che non sto a elencare. Di recente leggo spesso la parola fake per definire recensioni negative, alcune ammetto che lo sono, ma altre... no. 
E' inaccettabile che un autore, qualsiasi autore, definisca false o dettate da invidia le critiche negative ricevute. Si manca di rispetto al lettore, che può avere o non avere i suoi gusti ed è libero di esprimere la propria opinione. Questo ovviamente dipende anche da tipo di critica ricevuta. Se nella recensione c'è scritto "Questo libro fa ca....re" l'autore ha tutto il diritto di indignarsi, perché non è una critica costruttiva bensì un parere personale, per di più maleducato. Certo, non tutti sono in grado di scrivere recensioni dettagliate, molti lettori si basano sul proprio gusto e sulle sensazioni che hanno provato durante la lettura, e proprio per questo lasciano commenti negativi dettati più dall'istinto che dalla ragione, specie perché hanno speso dei soldi per un testo elogiato ovunque ma risultato poi di scarso valore.
Ma se leggiamo "Questo libro non mi è piaciuto perché..." qualsiasi cosa ci sia scritto dopo quel perché DEVE essere tenuto in considerazione. Non importa se le altre centoventi recensioni elogiano e danno 5 stelle, sarà quel commento da mezza stella che l'autore DEVE leggere, perché sarà quasi certamente il più veritiero di tutti. 
Ogni autore con un minimo di Umiltà sa che gli sono più utili le critiche (costruttive) negative di quelle positive. Queste ultime fanno certo piacere e danno la forza per andare avanti a scrivere, ma conoscere i difetti del proprio testo serve per migliorare, per comprendere i propri limiti e quindi lavorare su di essi per oltrepassarli. 
Io sono migliorata tantissimo proprio grazie alle stroncature. Ne ho fatto tesoro, alcune le ho stampate per prenderle in considerazione in futuro e non ripetere più gli stessi errori. MAI ho definito un lettore invidioso o bugiardo, nemmeno quando non ero d'accordo sul suo parere. E MAI mi sognerei di farlo. 

Che ne pensate? Naturalmente con questo articolo non voglio elevarmi a maestro del mestiere ma, basandomi sulle mie esperienze, dare qualche consiglio in più agli autori che, come me, vogliono impegnarsi al massimo per crescere e migliorare. 

YOU FEEL... GOOOD!!

Sul web ormai non si parla d'altro. La collana You Feel della Rizzoli sta spopolando ormai da settimane e numerose sono le colleghe che hanno pubblicato i loro ebook grazie a questa interessante (direi geniale) iniziativa della famosa Casa Editrice. 
Di che si tratta? Semplice: letture veloci, leggere, scritte con maestria e tutte al femminile! 
Quattro sono i "mood" in cui si divide la collana: Romantico, per le storie d'amore da palpitazione; Ironico, romanzi in cui amore e ironia si mischiano insieme; Erotico, la passione nelle sue mille sfaccettature trasgressive; Emozionante, per le amanti del romance classico.
Ammetto che, non essendo proprio il mio genere, non ho dato grande peso alle uscite che si susseguivano giorno dopo giorno. Fino a quando però due autrici che conosco, e che stimo molto, hanno svelato di essere state scelte fra le novità in uscita il 3 dicembre: Federica D'Ascani con "L'istinto di una donna", e Nora Noir con "Ciliegio in fiore". Ed è proprio di Nora che voglio parlarvi.

Ho già scritto di lei qui. Con "Candy Apple" mi aveva fatto già una bella impressione, ma con "Ciliegio in fiore" sì è superata! Sapevo che era un'autrice da tenere d'occhio! 

"Beatrice lavora nell'ufficio stampa di una multinazionale giapponese. E' forte, attraente e determinata, forse anche troppo, ma tutte le sue certezze crollano quando una sera, rincasando prima dal lavoro, trova il suo compagno a letto con un'altra. L'episodio la costringe a guardarsi dentro: la sua vita ha bisogno di un cambiamento. Netto. 
Il volantino, visto per caso nella bacheca dell'azienda, che invita a provare un Corso di Geisha, sembra essere l'inizio di questo viaggio interiore... e non solo! Beatrice incontra Alessandro e tra cerimonie del tè, passeggiate tra le vie illuminate per il Natale e kimono un po' troppo stretti, la sua femminilità inizia a sbocciare prepotente e sensuale, come un ciliegio in fiore. 
Dalla mente e dal cuore di un'autrice che racconta l'erotismo in modo elegante e profondo, un romanzo di grandi passioni e forti sentimenti."

Dalla Londra delle mele caramellate ci ritroviamo a Milano, e più precisamente a casa di Beatrice. La scena iniziale è di quelle che nessuna di noi vorrebbe mai vedere: il proprio uomo colto in flagrante con un'altra donna. E' questa l'immagine che gli occhi sconvolti di Bea ci inviano. L'autrice usa di nuovo la prima persona presente ed è un bene perché in questo modo l'empatia che proviamo per lei è immediata. In poche, pochissime righe il lettore (o meglio, la lettrice) viene catapultato nella storia e non può fare altro che assistere impotente davanti a quel LUI che cerca di spiegare... Ma che cavolo vuoi spiegare? Giuro che se fossi stata al posto di Bea altro che mandarlo via a quel modo... 
Al termine di queste poche e ben riuscite righe, scopriamo che in realtà Bea sta raccontando alla sua amica Flavia dell'accaduto. Di colpo siamo nell'ufficio delle due ragazze, una grande multinazionale giapponese dove le due lavorano. Flavia condivide in pieno lo sdegno e il dolore dell'amica e vuole conoscere i dettagli. Bea l'accontenta e ci ritroviamo così ad assistere alla telefonata tra la ragazza e il suo ex, dove LUI cerca di trovare una scusa, un valido motivo per scaricare su di LEI la colpa del suo comportamento. Di nuovo l'empatia ci coglie e l'istinto di prendere quel telefono e dirgliene quattro ben dette è tanta... 
Perché sto dicendo ciò? Perché sono esattamente le emozioni che ho provato nelle prime due/tre pagine di questo splendido romanzetto, cariche di sensazioni e di sentimenti. Da brividi.
Bea è sconvolta. Tutte le sue certezze sono crollate in pochi miseri istanti e, vinta dal dubbio che magari stando lontana da lui le cose possano cambiare, gli promette che si sarebbe fatta sentire di lì a qualche mese (una padellata in fronte, altro che farsi risentire...). Con tutti questi pensieri in testa, Bea non ce la fa proprio a concentrarsi sul lavoro così, dopo aver raccontato all'amica i dettagli del tradimento, va a farsi un caffè alla macchinetta. Qui, tra mille foglietti e inserzioni, trova uno strano volantino su un corso per diventare Geisha. Lo prende e, stranamente attratta, decide di iscriversi assieme alla sua amica Flavia.
Sarà grazie a quel corso che Beatrice incontrerà Alessandro, il fratello di Flavia. Le due ragazze infatti, dopo la prima lezione, decidono di incontrarsi ogni sabato a casa di Flavia per mettere in pratica gli insegnamenti della loro istruttrice, Ume, un'anziana donna giapponese, e lì i due ragazzi avranno modo di conoscersi e di cominciare a sentire un'inspiegabile attrazione.

Che dire. Nora ha fatto davvero centro con questo racconto lungo. Non solo perché ha confermato in pieno la mia prima impressione, ovvero che sia molto brava a scrivere, ma anche perché è riuscita ad andare ancor più in profondità nell'animo dei suoi personaggi, rendendoli così vivi da percepire la crescita interiore sia della protagonista, dal momento del tradimento passando dalla rabbia allo sconforto, fino al giorno in cui finalmente si sentirà fiorire proprio come un fiore di ciliegio, sia dei personaggi secondari: Alessandro e Flavia.
Molto interessante, seppur vagamente accennata, è la figura di Ume. Non sappiamo molto di lei se non il minimo indispensabile ai fini del racconto; l'autrice la fa interagire poco con la protagonista, ma quelle poche volte sono sufficienti per instaurare nei suoi confronti simpatia e rispetto. Sarebbe bellissimo se il racconto divenisse un romanzo. Mi piacerebbe saperne di più su questa anziana donna, sul suo passato, sul mondo delle Geishe. Sono certa che porta dentro una storia molto interessante!
Superlativa a mio avviso è l'idea generale di tutto il racconto. Abbiamo una protagonista che viene letteralmente pugnalata alle spalle, si ritrova a pezzi e ogni sua certezza svanita. Grazie al corso per diventare Geisha e all'incontro con Alessandro, Bea riacquista piano piano sicurezza di se stessa, del suo corpo, della sua sessualità e di ciò che desidera. Assistiamo alla sua crescita interiore proprio come assisteremmo allo sbocciare di un fiore: un cambiamento lento ma inesorabile, che porta la nostra protagonista a riemergere e ritrovare la felicità. Capisce che il sesso è arte e non solo istinto, che il mero piacere fisico non appaga lo spirito, ma che se invece prima viene appagato lo spirito allora il corpo intero ne trae beneficio. 
A differenza di "Candy Apple", qui l'erotismo è molto più marcato e spinto, ma non scade mai nell'eccesso. Grazie al clima generale della storia, che ci propone rilassanti rituali del tè, petali di fiori, luci soffuse e un profondo rispetto tra i due ragazzi, viviamo il sesso dei protagonisti come un momento di fusione completo, di passione travolgente e di amore puro. Bea e Ale ci insegnano che, prima del corpo, è la nostra mente che deve essere appagata, libera e pronta a ricevere tutti gli stimoli che il corpo le trasmette. E che ciò si raggiunge grazie al rispetto, all'attesa, agli attimi infiniti che intercorrono tra una carezza e uno sguardo. Amo questo modo di vedere la sessualità, in quanto ne condivido in pieno ogni aspetto.
Lo stile è preciso e impeccabile, qualche stacco tra un paragrafo e l'altro è forse un po' troppo netto e veloce ma si sorvola facilmente. Le parole sono ponderate, così i dialoghi sono molto fluidi e belli. E' davvero una meravigliosa lettura, che consiglio vivamente. E poi vogliamo parlare della copertina? La più bella di tutta la collana! 

Sono contenta di aver arricchito il mio bagaglio di generi letterari con l'erotico, cominciando proprio con quelli di Nora Noir. Sono felice che mi abbia contattata senza nemmeno conoscermi e abbia avuto così tanta fiducia e rispetto nei miei confronti da affidarmi i suoi scritti in anteprima (anche se non sono stata tra le prime a recensirla), pur sapendo che magari potevano non piacermi. 
Posso solo dirle di continuare così, è sulla strada giusta per diventare una brava scrittrice. Magari mi piacerebbe vederla alle prese con qualcosa di più impegnativo, come un romanzo vero e proprio. Sarebbe una bella sfida ma sono certa che se la caverebbe alla grande!